Il Ministero della Pubblica Istruzione ha invitato i Docenti e i ragazzi a riflettere sull’articolo undici della Costituzione che parla della pace fra i popoli. Tantissimi Istituti scolastici, come il nostro, dunque, in questi giorni esporranno alle finestre e ai loro cancelli bandiere e messaggi di pace e continueranno con altre manifestazioni sulla tutela dei diritti umani.
Non è facile affrontare l’argomento della pace e della guerra senza banalizzare con facili slogan copiati da internet, ma i Docenti della scuola Pluchinotta, hanno guidato le riflessioni senza mettere in risalto il pensiero di un popolo in particolare sottolineando che la guerra non ha vincitori, ma solo vittime, che la sofferenza è uguale dovunque, al di là del pensiero politico o della condizione sociale. I linguaggi utilizzati sono stati i più svariati, dal disegno, allo slogan alla musica. L’ensemble di clarinetti, guidati dalla prof.ssa Catanzaro Marcella, si sono esibiti nel cortile della scuola con “l’Inno alla gioia” che esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall’Europa. Il coro della scuola, diretto dalla prof.ssa Galvagno Carmela, ha registrato il brano di Claudio Baglioni sui versi di Trilussa “Ninna nanna nanna ninna”, brano che verrà diffuso anche tramite i social per dichiarare con forza l’inutilità della guerra e il desiderio di proteggere il futuro dei più piccoli, ignari spettatori dell’insensibilità umana. Altri momenti di riflessione hanno visto la testimonianza di cittadini ucraini nel racconto del proprio vissuto prima del conflitto e adesso, le proprie esperienze personali e ciò che stanno vivendo parenti e amici rimasti bloccati nel paese di origine in pieno conflitto. Il Dirigente dell’Istituto prof.ssa Linda Piccione, sottolinea che “esiste un valido motivo per far perfezionare e crescere la comprensione e la pace nelle scuole e per garantire e permettere alle scuole di svolgere un ruolo cruciale nel promuovere gli obiettivi della pace, ovvero la certezza che la scuola non solo fornisce conoscenze e abilità, ma permette di costruire competenze che danno anche forma a valori, norme, atteggiamenti e disposizioni sociali e culturali.” La riflessione non si conclude certo qui e così anche le iniziative che i nostri ragazzi e le loro famiglie vorranno accogliere perché non siamo mai spettatori impotenti della storia, ma cittadini attivi promotori di speranza e fraternità. Carmela Galvagno |
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